È considerato uno dei vitigni autoctoni dalle origini più antiche e, allo stesso tempo, incerte. Si presume sia stato importato dagli antichi greci intorno al VII sec a.C., dopo che questi approdarono sul promontorio di Capo Zefirio, sulle coste joniche, dove era già presente come varietà domesticata antecedentemente nell’antica Enotria.
Il nome deriva dal greco Μαντισιος da μαντις-εος (mantide-eos), che significa “indovino”, “profeta” e da qui un vino divinatorio/profetico, perché legato ad un antico uso del vino a scopo propiziatorio.
La leggenda vuole che il vino ottenuto dal mantonico fosse utilizzato dai sacerdoti dell’antica Locri Epizephiri e dagli indovini a scopo cerimoniale.
Bevendone in abbondanza, si cadeva in uno “stato di esaltazione” che, nei tempi antichi, generava il potere della profezia: nell’antichità classica si realizzava la comunicazione tra l’umano e il soprannaturale, attraverso un contatto spirituale con la divinità.
Seguendo l’antica consuetudine, il mantonico è ancora allevato prevalentemente ad alberello